l'etica dei segnali
girando per le strade di londra, e ancor più per la campagna inglese, mi chiedevo cosa ci fosse di così diverso dall'italia. poi mi è capitata sott'occhio questa foto e ho capito: la segnaletica!
in inghilterra non c'è traccia di queste deliranti selve di cartelli (cosa deve fare qui un ciclista, se non scende dal sellino, sedersi sul cordolo e piangere?).
le piste ciclabili britanniche sono segnalate solo sull'asfalto (e questo basta per tenerne fuori i motorizzati), mentre i cartelli danno indicazioni utili ai ciclisti (vai di qua per il centro, vai di là per i docks, passa sul ponticello che fai prima, ecc).
in italia invece, per i ciclisti solo segnali di obbligo e divieto.
1 commento:
Si potrebbe aggiungere che la classica selva di cartelli è imposta dall'anomalia tutta italiana per cui le già miserande ciclabili non hanno mai la precedenza, nemmeno sugli accessi privati, e che gli automobilisti non sono di fatto tenuti a considerare l'eventualità di un ciclista. Cosa che in altri paesi – non so UK ma sicuramente Germania, Austria, Olanda – non esiste. D'altronde qui ti stirano anche a piedi sulle strisce pedonali: siamo un paese di creativi.
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