delirio ciclabile

negli ultimi anni l'amministrazione comunale di reggio emilia si è prodigata nell'allestimento di piste ciclabili a dir poco spettacolari, i cui modelli vado a elencare:

a singhiozzo

lunga, larga e lineare, interrotta ogni 50 metri da un incrocio senza diritto di precedenza;

sorpasso

una striscia gialla sull'asfalto - senza nessuna separazione "fisica" - delimita la ciclabile, regolarmente utilizzata dalle auto per i sorpassi a destra;

spot

separata dalla strada, larga e pianeggiante, fornita di illuminazione notturna e rifinita con un piacevolissimo fondo antisdrucciolo, la si trova soprattutto in prima periferia. nasce e muore nel nulla, di solito direttamente contro un muretto o una siepe. un raccordo che non raccorda nulla;

slalom

ideale per gli amanti delle acrobazie, si caratterizza per la ridotta larghezza e per il fatto di avere un andamento detto "ad arabesco", obbligando il ciclista ad ardite manovre per aggirare pali, alberi, cartelloni pubblicitari, cestini dei rifiuti, fermate dell'autobus, cabine telefoniche;

parking
è una variante del modello ciclo-sorpasso. la si trova soprattutto all'interno del centro storico: ottima per parcheggiare l'auto senza pagare la sosta (dato che non ci sono i parchimetri!);

pedonale
un classico, ovvero come riciclare un marciapiede. larghezza ridotta, doppio senso di marcia, traffico a doppia velocità (ciclisti + pedoni). qui si affrontano carrozzine, trolley, abnormi borse per la spesa, cani al guinzaglio. per chi ama il rischio;

panoramica
la più facile da realizzare. presi un punto di partenza "a" e uno di arrivo "b", si traccia un percorso ciclabile - semplicemente apponendo cartelli di segnalazione - lungo le strade più lontane possibili dalla direttrice ideale, costeggiando torrenti e canali, circumnavigando zone industriali, attraversando parchi acquitrinosi e sottopassi claustrofobici. la distanza tra i punti "a" e "b" risulta così quintuplicata. ideali per le passeggiate domenicali e per non intralciare il traffico automobilistico;

struscio
modello per libidinosi: è affiancata per tutta la sua lunghezza da siepi spinose, rami e frondame vario che invadono per metà lo spazio aereo sovrastante la corsia. da percorrere con opportune protezioni o - in alternativa - con spirito masochistico;

orienteering
la più perfida, riunisce in sè un misto di tutte le altre tipologie. la ciclabile c'è, ma non si vede. adesso è qui, poi si sposta sull'altro lato della strada, poi sparisce per riapparire attraverso un parcheggio, poi sguscia su un tratto di marciapiede, si interrompe e riprende di là dall'aiuola, finisce contro un muro e riprende dopo la rotonda per poi infilarsi all'ombra di un roveto... da affrontare muniti di cartografia, bussola e generi di prima necessità.

4 commenti:

haldo ha detto...

confermo che anche a Padova è così.
:-(

Anonimo ha detto...

anche a torino sono rappresentate tutte le tipologie.

marco macchi ha detto...

Sì comunque è vero, le piste ciclabili sono demenziali a Reggio.
Mi permetto di segnalare anche la tipologia "Ora o mai più": cordolo altissimo e un solo ingresso facilitato nel raggio di 10 km. O becchi quello, o entri nella ciclabile solo con una moto da cross.

slego ha detto...

giusto, marco: grazie dell'integrazione!