essenzialità
nell'ambiente dei "ciclisti urbani" uno dei temi più in voga - e più dibattuti - è quello dell'essenzialità del mezzo. si discute animatamente su robe del tipo: con o senza freni, cambio sì/cambio no, ruota libera o ruota fissa, manubrio dritto o piega da corsa, con o senza luci... e si fa a gara a chi toglie più roba dalla bici.
ognuno ha le sue insindacabili ragioni. a volte discutibili, ma comunque legittime (l'ultima che ho sentito è di un tale che vuole eliminare una flangia dal mozzo posteriore e ancorare i raggi direttamente al pignone fisso. mah...).
io non so quale sia la soluzione migliore. anzi si.
la bici migliore è quella che ti senti bene sotto al culo.
sia acciaio o alluminio, da corsa, da pista o da rottamare, con ruote grandi o piccole, col freno a disco piuttosto che a contropedale, single speed o a 27 rapporti, coi tubolari superpiuma o con gommazze da guerriglia. non importa.
perché la bici è come le scarpe: nessuno può dirti se ti va bene, e come le scarpe si deve pian piano adattare a chi la porta.
io per dire non ho ancora nemmeno capito che numero ho.
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