dici "sport" e pensi a corpi tonici e scolpiti, a facce lisce e grintose di giovani dai muscoli esplosivi.
poi però succede che un'atleta di 49 anni (50 tra pochi mesi) vince i campionati nazionali francesi di ciclismo su strada, tanto la prova in linea quanto quella a cronometro. così.
jeannie longo-ciprelli ha collezionati 52 titoli nazionali, oltre a un'infilata di medaglie mondiali e olimpiche da vertigine, decine di record mondiali e più di mille vittorie, sparse lungo un percorso lungo quasi trent'anni e chissà quante centinai di migliaia di chilometri, sempre a spingere sui pedali. in strada, in pista, nei boschi, sempre con la stessa voglia di quando, ventenne, mollò gli sci per salire sulla bici. prossimi obiettivi: olimpiadi in cina e mondiali in italia.
allora ecco che il concetto di sport cambia, ritorna più umano, si allontana dallo stereotipo dei campionissimi con corpi da big jim, dall'immagine di straordinarie carriere fulminanti in odor di doping, di macchine da corsa fatte di muscoli e programmate per stritolare avversari, di superuomini superdotati costruiti per superprestazioni. lo sport è anche - soprattutto - questa piccola donna, con i suoi quasi cinquant'anni, le sue rughe, il suo fisico "normale", che fregandosene dell'età lascia indietro atlete che non erano nemmeno nate quando lei già faceva incetta di vittorie.
io non so quale sia il livello di competitività nel ciclismo femminile; forse basso, considerando che le "professioniste" sono in realtà davvero poche al mondo.
ma la forza, la determinazione, la voglia e la passione di questa donna sono per me strabilianti. chapeau, madame.