come fai a spiegarlo?
"ma che gusto c'è?" è la domanda che mi fa mia moglie ogni volta che mi vede tornare sudato e spompato dopo una sgroppata in bicicletta.
me l'ha fatta un paio di volte anche nei giorni scorsi, mentre eravamo a abano terme per una minivacanza: occasione ottima per pedalare sulle splendide stradine dei colli euganei, con i loro continui saliscendi, i tornantini tagliagambe e le discese da sballo tra boschi e ville.
il senso di leggerezza e libertà, l'indipendenza, la velocità, il fruscio degli ingranaggi, il sole e il vento sulla faccia, i profumi, il paesaggio, la fatica - sì, anche quella - di spingere fino a restare senza fiato, arrivare a scollinare con la lingua fuori per poi mollare tutto in discesa... come fai a spiegarlo?
è come convincere un vegetariano che una costata al sangue è sublime, parlare di vino con un astemio o di sesso con un prete. come fai?
2 commenti:
È come convincere il collega d'ufficio che 30 minuti in bici, in mezzo alla campagna, sono più divertenti di 20 minuti ingrugniti in coda ai semafori, per arrivare nello stesso posto. Non lo fai, punto.
non sono d'accordo, continuo a farlo perchè è in queste sfide che mi sento vivo, anche affrontare gli altri che la pensano al mio opposto mi da esaltazione. Preferisco correre o sgroppare in bici, fare le scale a piedi o andare a camminare in montagna ma, non perdo l'occasione di confrontarmi con gli altri, se poi la svango...
M!!!
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