rastrelliere

una cosa che mi fa incazzare di brutto quando sono in giro in bici è la cronica carenza di rastrelliere: arrivo in un paese, una piazza, un cavolo di via, mi guardo intorno e di solito non trovo di meglio di un palo della luce o una cancellata.
dicono che reggio emilia sia il paradiso delle biciclette (come parma, ferrara e amsterdam, per intenderci). in realtà non ho ancora trovato in tutta la provincia una rastrelliera - quando c'è - decente e funzionale.

le rastrelliere sono evidentemente progettate, costruite e poi acquistate da persone che la bici non la usano. altrimenti si accorgerebbero che quelle robe lì sono fatte male.

vedo in giro archetti di metallo, simpatiche spirali, monoblocchi in cemento o pietra, strane creazioni tubolari postmoderne ancorate ai muri... nessuna di tutte queste mirabili architetture tiene però presente due concetti fondamentali:
1. deve essere previsto un appoggio per il telaio della bici, dato che infilare la bici in quelle trappole significa mandare a puttane la ruota (e anche il cambio, se ci metto la ruota posteriore);
2. deve esserci la possibilità di legare la bici (non solo la ruota) senza dover disporre di un metro e mezzo di catena. da questo punto di vista il massimo dell'idiozia sono quelle in cemento: come cazzo la leghi una bici a un blocco di cemento?

per intenderci: questa è una rastrelliera
questa invece è una cagata pazzesca

1 commento:

Anonimo ha detto...

il problema è che spesso le progettano sedicenti architetti/designer/urbanisti/progettisti/suvvisti/intrallazzoni/panzafikisti/bustarellisti/artistoidi, che come da copione stringi stringi non san fare un cerchio con il bicchiere, al solo scopo di ciuffare i soldi messi a disposizione per le rastrelliere.

peace & beer zanna